verdi del trentino
  Marco Boato - attività politica e istituzionale
   

articoli dalla stampa
2016 - 2023

articoli dalla stampa
2011 - 2015

articoli dalla stampa
2006 - 2010

articoli dalla stampa
2000 - 2005

atti parlamentari
2006 - 2008

atti parlamentari
2000 - 2005

torna a precedente  

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

 

Trento, 3 agosto 2005
BOATO: «TIBET: LA STRADA PER L’AUTONOMIA E’ LUNGA MA POSSIBILE»
Intervista a Marco Boato
del Corriere del Trentino di mercoledì 3 agosto 2006

Dal 30 giugno al 7 luglio ha guidato la delegazione parlamentare italiana in una serie di incontri con le principali istituzioni della Cina. «L’unico momento di tensione si è registrato di fronte all’assemblea popolare quando le autorità politiche cinesi hanno accusato il Dalai Lama di predicare la secessione del Tibet diffidando il parlamento italiano dal promuovere iniziative a suo favore. Ho ribattuto che non cerca la separazione ma l’autonomia» ricorda il deputato dei Verdi Marco Boato che precisa: «Il Tibet è il grande nervo scoperto della Cina e rappresenta un problema politico di gran lunga superiore a quello di Taiwan. La strada per arrivare all’autonomia è lunga ma non impossibile: non dimentichiamoci che l’Austria diede la quietanza liberatoria per la questione sud-tirolese solo nel 1992. Sono processi lenti ma qualcosa sta cambiando».

Onorevole Boato, si aspettava una folla così ampia per il Dalai Lama?
«In pochi si sono resi conto che effettivamente a Trento ha avuto luogo un evento straordinario. Duemila persone che accorrono per il Dalai Lama il primo di agosto in un pomeriggio afoso non ha precedenti. In platea era seduto accanto a me il nuovo questore che era preoccupatissimo».

Quali sono i motivi di questo interesse?
«C’è un doppio appeal: religioso e politico-istituzionale. In primo piano c’è sicuramente una grande solidarietà verso il popolo tibetano che usa metodi gandhiani. E poi l’ammirazione per una religione che, in un’epoca di fondamentalismi imperanti, predica il dialogo in interreligioso, la pace e la non violenza. Dall’altra parte abbiamo il fondamentalismo islamico e quello cristiano professato da Oriana Fallaci. Aizzano entrambi allo scontro fra civiltà. Il buddhismo sceglie una strada diversa».

Per lei cosa rappresenta il Dalai Lama?
«Sono cristiano e lo era anche il 99% dei presenti al S. Chiara ma trovo che il buddhismo sia una delle espressioni religiose più moderate ed equilibrate. Lo stesso Dalai Lama rifiuta l’esaltazione di se stesso, quando qualcuno prova a porre al centro la sua figura, lui richiama immediatamente i principi che professa. L’unico limite che intravedo è il doppio ruolo politico e spirituale che trovo positivo in questa fase perché i tibetani hanno bisogno di una guida ma se otterranno l’indipendenza spero non venga perpetuata la teocrazia».

Aver abbassato il tiro chiedendo «solo» l’autonomia è stato giusto?
«Sì anche se esiste una frangia estremista di tibetani che contesta il Dalai Lama per aver ceduto ai cinesi».

  Marco Boato

MARCO BOATO

BIOGRAFIA


  
© 2000 - 2023
EUROPA VERDE    
VERDI DEL TRENTINO

webdesigner:

m.gabriella pangrazzi
 
 

torna su